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28 Apr 2024 | 14:37:19
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Un corretto approccio progettuale all'efficienza energetica

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Teoricamente è possibile realizzare un edificio energeticamente efficiente anche utilizzando materiali intrinsecamente non efficienti né ecocompatibili: otterremo ciò a scapito di un maggior dispendio di energia per la produzione, il trasporto e la realizzazione dei componenti costruttivi, e per la correzione dei “difetti” del materiale dal punto di vista energetico, come ad esempio l’utilizzo di maggiori quantità di isolante, la necessità di correggere i ponti termici, eccetera. Avremo cioe’un edificio energeticamente efficiente nel corso del suo utilizzo, ma non un edificio ecologicamente compatibile.

La progettazione di un edificio energeticamente efficiente è correlata a tutti gli aspetti della progettazione, da quello architettonico a quello strutturale a quello impiantistico ed energetico. Occorre una totale interazione tra questi diversi aspetti, per poter ottenere un manufatto efficiente energeticamente.

 

 

La progettazione architettonica non è avulsa dalle prestazioni energetiche di un edificio, anzi, la forma architettonica può essere determinante per massimizzare l’efficienza energetica. Si pensi all’importanza di un corretto orientamento e di un corretto studio delle aperture e degli ombreggiamenti, di una corretta distribuzione degli ambienti, che non costituiscono solo elementi architettonici, ma sono di per sé stessi fattori di efficienza energetica, se correttamente progettati.

In maniera analoga, anche la progettazione strutturale incide sulla prestazione energetica dell’edificio. Già la scelta del materiale con cui sarà realizzata la struttura portante ne influenza l’efficienza energetica: ci sono materiali che disperdono maggiormente il calore, come il cemento armato e l’acciaio ed altri energeticamente più efficienti, come il legno o alcuni materiali a base di laterizio di nuova generazione. Si pensi poi ai ponti termici determinati, ad esempio, dalle strutture o dagli sbalzi in c.a. 

 

 

La progettazione impiantistica, ovviamente, ha un’importanza fondamentale, in quanto dal rendimento di un impianto di riscaldamento o raffrescamento e dall’uso eventuale di fonti rinnovabili dipende buona parte della prestazione energetica dell’edificio.

 

 

In ultimo, la progettazione energetica dà un altro fondamentale contributo all’efficienza energetica attraverso una corretta scelta dei materiali, una corretta progettazione delle prestazioni termiche invernali ed estive degli elementi che compongono l’involucro, quali le chiusure verticali ed orizzontali e gli infissi.

Come corollario alla progettazione energeticamente efficiente, ma di non minore importanza, ci sono gli approcci progettuali “eco” e “bio”.

 

 

L’approccio “eco” considera l’edificio come parte del sistema ambiente, e tende a minimizzare, o al più annullare, l’impatto che l’edificio ha su di esso, mediante l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale e con basso contenuto energia, l’utilizzo di fonti rinnovabili, il minor consumo di suolo o l’uso di materiali riciclabili. In questo tipo di approccio l’edificio si rapporta sostanzialmente con l’ambiente esterno, tendendo ad esserne parte e a modificarlo il meno possibile.

 

 

L’approccio “bio” considera al centro della progettazione il rapporto che l’edificio ha con il suo interno, inteso come gli occupanti, quindi pone in primo piano il comfort e il benessere interni, la qualità dell’aria nell’edificio, l’eliminazione o la riduzione delle sostanze inquinanti prodotte dai materiali utilizzati o dalle attrezzature, la riduzione delle radiazioni elettromagnetiche. Questo approccio considera anche il rapporto che l’edificio ha con l’ambiente immediatamente esterno ad esso, rispetto al quale si pone l’obiettivo della riduzione degli effetti negativi che l’edificio può produrre, influenzando la qualità dell’aria esterna con emissione di sostanze inquinanti, o producendo isole di calore o eccessive zone d’ombra.

 

 

In conclusione, esistono almeno tre livelli di progettazione energetica di un edificio:

 

 

1. il primo livello considera la sua efficienza energetica tout-court, senza prendere in conto, se non indirettamente, gli aspetti ecologici o di biocompatibilità della costruzione;

 

 

2. il secondo livello, l’approccio “eco”, prende in considerazione principalmente l’impatto che l’edificio ha sull’ambiente, tendendo a minimizzarlo;

 

 

3. Il terzo livello, o l’approccio “bio”, cerca di minimizzare l’impatto che l’edificio ha sui suoi utilizzatori.

 

 

Tuttavia, il modo più corretto e moderno di progettare un edificio deve riunire e sintetizzare tutti i fattori considerati dai tre livelli precedentemente descritti, con l’obiettico di realizzare un’architettura non solo energeticamente efficiente, ma anche di impatto limitato o nullo sull’ambiente e sul benessere degli occupanti.

Ciò si realizza sono con un processo progettuale e realizzativo fortemente integrato e multidisciplinare, che metta sullo stesso piano di importanza tutti gli aspetti della progettazione, senza che nessuno prevalga sugli altri.